Buon 1 maggio 2022
L’immagine che ho scelto, questa volta, è quella di un grande arazzo (325×250 Manifattura di Esino Lario) del 1958, non per il soggetto rappresentato, ma per il manufatto in sé come metafora dell’operato umano.
Credo che un textus -per usare il termine latino che significa al meglio la questione, indicando insieme un tessuto e una narrazione- rappresenti bene il senso del “lavoro”: c’è un obiettivo chiaro da raggiungere (l’esecuzione segue infatti un cartone preparatorio), la tecnica di esecuzione è meticolosa (ordito e trama annodano insieme ragione e sentimento dell’artista, che ha progettato l’opera, e dell’artigiano, che l’ha eseguita e resa viva).
C’è assoluta armonia di intenti.
Così dovrebbe essere, a mio parere, per ogni opera umana: un impegno speso in comune perché ogni singolo elemento non resti disgregato o alienato, ma componga insieme con gli altri il grande quadro di una società più giusta.
Un abbraccio
Natalia Ajmone
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