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25 aprile 2024, festa della Liberazione

25 aprile 2024, festa della Liberazione

Carissimi Tutti,
per augurarvi un buon 25 Aprile – e quest’anno più che mai mi sembra necessario adoperarsi perché sia veramente “buono” – ho scelto di accostare due testi, uno pittorico e uno letterario, per lo spirito a un tempo realistico e poetico che li caratterizza:

Giuseppe Ajmone, Rose d’inverno, olio su tela

Angelo Del Boca  (Novara 1925 – Torino 2021), La scelta (prima ed. 1963).
Dalle pagine conclusive:

[…] Guido, che sino allora era rimasto in piedi, appoggiato alla cattedra, salì sulla pedana e si sedette al suo posto di maestro. “Se avete ancora un momento di tempo – disse – vorrei raccontarvi una mia esperienza.[…] da quando è finita la guerra ho avuto il tempo di riflettere, per colmare le mie lacune, per osservare ciò che accade e ricavarne insegnamenti.
Prima di tutto cercai di giudicare la nostra lotta, ciò che avevamo fatto tutti insieme, e che chiamavamo Resistenza […]. Scartando gli episodi per arrivare a una sintesi, mi avvidi che più di un fatto politico la Resistenza era stato un fatto morale. Era stata la protesta dell’uomo che si sentiva libero contro ogni imposizione dall’alto, contro ogni mistificazione, contro la pretesa che le sorti del fascismo e quelle della patria si identificassero e meritassero gli stessi sacrifici. Era stata la speranza in un mondo nuovo, dove gli uomini avrebbero continuato a esporre le loro diverse idee, a discuterle, a sperimentarle, a contraddirsi, anche, ma senza odio.
Certo la Resistenza era stato anche altro. […] Ciascuno ne trasse lezioni e meriti diversi, ma tutto il paese, dalla Resistenza, ereditò lo slancio per conquistare il diritto alla repubblica e a una costituzione non regalataci dall’alto. Questo, dunque, era un fatto positivo, che nessuno poteva negare. […]
Giudicando il passato mi accorgevo di arricchire una scelta che nel ’43 avevo fatto più per istinto che per convinzione; e mi innamoravo sempre di più della mia scelta. […]
Vi domanderete se non avessi niente di meglio, dopo averlo combattuto, che occuparmi del fascismo. Vedete, io non chiedo molto alla vita […]. Però sono testardo e molto esigente. Così ho voluto andare a fondo nella vicenda che sta al centro della mia vita e che mi dà il diritto di sentirmi uomo. Ho voluto fermarmi a lungo sui due lati della barricata, per rafforzare le mie convinzioni, per arricchire la mia scelta. Perché, voi sapete, ci sono vari modi di scegliere: si può scegliere per un giorno e si può scegliere per la vita. Io non sono tipo da scegliere per un giorno. […]
Molti come noi tanti anni fa, avranno scelto per istinto e altri per riflessione e altri ancora per amore. E chi per un giorno e chi per la vita. Hanno scelto la Resistenza, questo muro antifascista che si ricostruisce miracolosamente ogni volta che si profila un rischio totalitario e l’indebolimento della tutela costituzionale. Un fronte che riunisce gli uomini liberi, al di sopra dei partiti e che si delinea sempre di più come una forza anticonformista, che non tollera lo Stato di polizia e lo Stato censore, lo Stato del privilegio e lo Stato dell’ipocrisia. […]
Certo, tutto sarebbe più chiaro e facile, se ognuno sapesse scegliere per la vita. Ma scegliere è difficile, lo so […]. E ancora più difficile è scegliere quando sembra che non ci sia nulla che spinga a farlo con urgenza. Scegliere nell’indifferenza, per la vita.”

[…] I ragazzi lasciandolo gli avevano augurato la buonanotte, ma al posto di chiamarlo signor maestro, come sempre, l’avevano chiamato comandante.

Vi abbraccio.

Natalia Ajmone

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18 maggio / 4 luglio 2020
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